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giovedì 20 novembre 2014

tecnica di tricopigmentazione (factory style in collaborazione con la dott.t.battipaglia)


factory style montesarchio-benevento-italy

info al 0824-040331

Tecnica non chirurgica per combattere gli inestetismi delle calvizie.

Vuoi un trattamento di camouflage per nascondere gli inestetismi delle calvizie, cicatrici o altro?
Adesso puoi, attraverso la tricopigmentazione.
Questa tecnica non è nient’altro che un tatuaggio al cuoio capelluto con pigmenti bio riassorbibili ed aghi pensati per questo tipo di trattamento. Effettuato da mani esperte e con la supervisione della Dottoressa Battipaglia prima di iniziare la seduta l’esperta esegue una prova di colore pre-trattamento.

COS'È LA TRICOPIGMENTAZIONE?


È una metodica che consiste nell'inoculazione nel derma superficiale, attraverso uno strumento di precisione, di pigmenti anallergici, biocompatibili e bioriassorbibili, con il fine di ricreare sul cuoio capelluto un naturale effetto rasato o di maggiore densità.

La Tricopigmentazione ha ottenuto grandi consensi, sia dai pazienti che dai chirurghi.
I vantaggi della Tricopigmentazione sono molteplici: si può ricorrere a questa tecnica quando il paziente per una serie di ragioni non può o non vuole sottoporsi ad un autotrapianto di capelli e sceglie la Tricopigmentazione per infoltire o ricostruireotticamente le aree diradate, sia come trattamento integrativo ad un autotrapianto di capelli, per ottimizzarne il risultato finale, dando valore aggiunto all'operato del chirurgo.
contataci per una consulenza gratuita per benevento-avellino-caserta.
i nostri partner sono a vostra disposizione.


sabato 15 novembre 2014

FACTORY STYLE IN COLLABORAZIONE CON STUDIO BATTIPAGLIA .......

FACTORY STYLE.......................

Labbra

Le labbra sono una delle zone più soggette all'invecchiamento a causa della sottigliezza della cute in quest'area. Non lasciare che l'invecchiamento della pelle rovini il tuo bellissimo sorriso.



Types of Lip Lines


LA CAUSA

Grazie all'acido ialuronico, uno zucchero naturale, le labbra si mantengono sempre idratate dall'interno. Con l'invecchiamento, però, la pelle perde l'acido ialuronico e iniziano ad apparire rughe attorno alla bocca.

L'EFFETTO

La diminuzione di acido ialuronico nelle labbra provoca l'insorgenza di rughe e la perdita di corposità. Man mano che le labbra si assottigliano, perdono volume e definizione. In questi casi si formano rughe verticali, o "della marionetta", che generalmente partono dagli angoli della bocca e scendono verso il mento. Talvolta si formano invece rilassamenti molto marcati agli angoli delle labbra, che sembrano attribuire alla bocca un aspetto "triste".

sabato 1 novembre 2014

TRICOPIGMENTAZIONE UNA NUOVA REALTA'-FACTORY STYLE MONTESARCHIO-BENEVENTO


    FACTORY STYLE PARTNER DELLO STUDIO BATTIPAGLIA ESEGUE VISITA GRATUITA PER LA PROVINCIA DI BENEVENTO


    Il risultato ottenuto con la Tricopigmentazione®

    tricopigmentazione
    Una delle tecniche fondamentali di questa disciplina è denominata "Bounce ® ". Non è altro che una implementazione delle vecchie tecniche già presenti per questo scopo. La manualità, ed i parametri di lavoro sono stati, presi, rivisti e perfezionati per dar vita ad un vero e proprio protocollo operativo denominato appunto "Bounce ®" (rimbalzo). Questo sviluppo ha originato un sistema di lavoro in grado di produrre un effetto rasato, realistico e con minor possibilità di viraggi e migrazioni di colore. Questi inconvenienti infatti, sono comuni ai vecchi metodi di lavoro in cui non si tenevano in considerazione alcuni importantissimi fattori che potevano compromettere il risultato finale. In figura 7, 8 e 9 sono mostrati gli inconvenienti che i tatuaggi del cuoio capelluto potevano dare in passato.
    Una dermopigmentazione del cuoio capelluto realistica e naturale, si dovrebbe presentare con dei microdepositi puntiformi di pigmento castano/grigiastro, posizionati nel derma superficiale ad una opportuna distanza l'uno dall'altro. Questo genererà un effetto di capello rasato o uno scurimento delle zone diradate, a seconda dell'applicazione delle tecniche impiegate.


    Durata di una Tricopigmentazione®

    Primo caso: effettuazione del tatuaggio con pigmenti bioriassorbibili 

    Quando la dermopigmentazione viene eseguita con pigmenti bioriassorbibili, (impropriamente detti "semipermanenti"), è denominata "Tricopigmentazione bioriassorbibile", ed in questo caso può durare da 4/6 mesi, fino a 14/16 mesi. Il lasso di tempo entro cui il lavoro potrebbe rimanere visibile è molto ampio, e non si può in nessun modo stabilire in anticipo quando scomparirà del tutto. Anche se normalmente la dermopigmentazione eseguita con questi pigmenti con il tempo è destinata ad andare via del tutto, è però importante ricordare che raramente, o in caso di dermopigmentazione effettuata scorrettamente, la zona trattata potrebbe conservare un leggero alone. I fattori che possono accelerare la scomparsa del pigmento nel derma sono molti, tra questi i più importanti sono:
    • Il potere di fagocitosi nell'individuo
    • L'età dell'individuo (fattore complementare al precedente)
    • Il potere di cicatrizzazione post-trattamento dell'individuo
    • Conformazione anatomica della cute dell'individuo
    • Il tipo di pigmento spinto nel derma
    • La tecnica manuale impiegata per la dermopigmentazione
    • Tempi di esposizione al sole o a lampade abbronzanti
    • Assunzione di farmaci tipo anticoagulanti e cortisonici 
    In virtù di quanto esposto quindi, si può affermare che la durata di una Tricopigmentazione è fortemente soggettiva. Di solito si ottiene un buon lavoro di copertura con almeno due sedute, anche se in rari casi è possibile avere un effetto soddisfacente con un'unica seduta tatuatoria. La prima seduta può avere un tempo di esecuzione variabile in base al lavoro da svolgere: mediamente và dalle 2 alle 8 ore di lavoro. L'eventuale seconda seduta di rinforzo, va fatta non prima di 40/60 giorni dalla prima. Se dovesse presentarsi la necessità di eseguire altre sedute oltre la seconda, è bene aspettare sempre circa 50 giorni dall'ultimo trattamento.Una volta raggiunta l'omogeneità di tutta la zona sottoposta al trattamento, il lavoro si conserverà dignitosamente per circa 8/10 mesi (dati statistici). In realtà il pigmento impiegherà almeno il doppio di questo tempo per scomparire totalmente. Benché l'impiego di preparati coloranti bioriassorbibili, possa sembrare relativamente effimero, ed eccessivamente difficile da mantenere, è invece sicuramente la scelta più prudente e razionale che può essere presa. La possibilità di rivalutare le proprie scelte "annualmente", rende questa soluzione ideale per tutti coloro che non vogliono rischiare ripensamenti. Ma non solo, in soggetti predisposti ad incanutimento (capelli bianchi), la soluzione temporanea e certamente quella più adatta. L'approccio al tatuaggio estetico del cuoio capelluto andrebbe sempre fatto attraverso questo tipo di opzione, soprattutto per valutare l'effettiva resa estetica e l'impatto grafico, che la micropigmentazione della cute offre. 


    Secondo caso: effettuazione del tatuaggio con pigmenti definitivi (molto rischiosa, da effettuare solo in rari casi)

    In alcuni particolari e rarissimi casi, è possibile eseguire il lavoro con preparati coloranti definitivi. Questa scelta deve essere valutata molto attentamente insieme al dermopigmentista. Attira la maggior parte delle persone interessate alla Tricopigmentazione, prospettando un'ambitissima conclusione di tutti i problemi legati ai capelli, ma in realtà non è così.C'è da dire che in natura nulla rimane inalterato nel tempo, inclusi gli ossidi di ferro impiegati per la creazione dei pigmenti. In altre parole, non esiste la sicurezza che un lavoro eseguito con preparati coloranti definitivi rimanga inalterato nella vita. Può succedere che determinate tonalità castane, mutando, possano virare verso altri colori. Anche se questo inconveniente può essere relativamente controllato con un opportuno bilanciamento delle componenti cromatiche dei castani, rimane comunque un notevole collo di bottiglia per la dermopigmentazione in genere oltre che una scelta molto rischiosa. Tra i fattori che contribuiscono o, in qualche modo, interferiscono con il fenomeno del viraggio dei castani impiegati nel tauaggio ci sono:
    • Esposizione eccessiva ai raggi ultravioletti: sole o lampade abbronzanti
    • Forti sbalzi di temperatura
    • Alcalinità dei liquidi extracellulari presenti nel derma
    • Purezza delle materie prime impiegate nei preparati coloranti impiegati (ossidi di ferro)
    • Malattie autoimmuni dell'individuo sottoposto 
    Nel caso in cui dovesse presentarsi negli anni un importante viraggio, che pregiudichi pesantemente la naturalezza e la credibilità del lavoro, è possibile intervenire nei seguenti modi:
    • Rimozione con laserterapia
    • Ritrattando nuovamente la zona precedentemente trattata, con una nuova miscela di pigmenti. Infatti, introducendo ad arte una componente "antidoto", è possibile ripristinare il colore castano iniziale. (Questo metodo di ripristino del colore è certamente il più difficile e complesso, e non dà garanzie sull'effettivo successo)
    Inoltre rimane sempre il problema dell'incanutimento, che in questo tipo di scelta potrebbe creare un importante fattore da valutare, ed eventualmente controllare in tre modi:
    1. Tingere continuamente i capelli bianchi per evitare lo stacco con il tatuaggio
    2. Rasare a zero i capelli bianchi ed estendere la pigmentazione sfumando sulle zone circostanti o su tutto il cranio
    3. Rimuovere il pigmento introdotto nel derma in precedenza attraverso laserterapia
    Per quanto riguarda la strategia di copertura con pigmento definitivo, si utilizzerà la stessa impiegata con i pigmenti bioriassorbibili, ossia: prima seduta da circa 2 – 8 ore (dipende dal tipo di lavoro da effettuare: copertura scar, alopecia areata o rinfoltimento cute), ed infine eventuale rinforzo dopo 40/60 giorni. Una volta coperta omogeneamente la zona trattata, il pigmento rimarrà nel derma per sempre. Oggi non è possibile affermare che tale preparato colorante, rimarrà invariato nel tempo.
    A fronte di questi rischi è giusto dire che un buon numero di persone sono già passate al definitivo senza avere problemi, ma la mancanza di un vero e proprio "follow-up" in tal senso, rende questo dato non sufficientemente affidabile.


    Considerazioni generiche sulle possibilità di rinforzi (valide in ambedue i casi)

    Il rinforzo svolto dopo circa 2 mesi può non essere sufficiente per arrivare ad una omogeneità della zona trattata. La probabilità di attecchimento del colore, dipende da innumerevoli fattori, non ultimo la soggettività dell'individuo. Per esempio basti pensare alla diversa conformazione del derma in un tessuto sano ed in uno sclerotizzato (tipo quello presente nelle cicatrici da autotrapianto). E' ovvio che su cute sana, la cicatrizzazione sarà migliore, con conseguente aumento delle probabilità di conservazione del colore immesso. I tessuti cicatriziali invece, si colorano più a fatica! Per concludere, è opportuno considerare in ogni caso, l'eventualità di dover eseguire anche più di un rinforzo. Tali rinforzi non vanno assolutamente eseguiti prima di un mese e mezzo l'uno dall'altro!


    Possibilità di eseguire una prova colore pre-trattamento

    Anche se il livello tecnico e qualitativo raggiunto dai prodotti utilizzati nella Tricopigmentazione può essere considerato molto alto, e nonostante oggi siano rarissime delle reazioni allergiche in seguito ad un lavoro di Tricopigmentazione, c'è da dire che le linee-guida ministeriali impongono di comunicare a chi si sottopone ad una qualsiasi seduta tatuatoria, la possibilità di tali fenomeni allergologici. Benché molti operatori consiglino prove colore pre-trattamento per minimizzare i rischi di allergie al pigmento, bisogna tener presente che l'unica figura professionale idonea ad esprimere un' opinione circa il rischio di allergia di una sostanza spinta all'interno di un organismo, è l'allergologo. Solo attraverso analisi approfondite, presso un centro di allergologia, è possibile realmente minimizzare i rischi già infinitesimali. Leggasi infinitesimali, ossia tendenti allo zero. Una Tricopigmentazione andrebbe fatta in condizioni di sicurezza ma soprattutto da un professionista specializzato e riconosciuto. Ciò renderà queste reazioni ancora meno probabili. In sostanza essere o diventare allergici al pigmento è sempre possibile ma veramente poco probabile. In realtà questa prova andrebbe fatta dall'operatore solo per valutare l'eventuale viraggio del pigmento sottocute. La valutazione di reazioni allergiche dovrebbe essere ottenuta solo di seconda intenzione, perché spettante ad altra struttura. In relazione al viraggio, gli operatori più esperti di solito saltano questa procedura. Se il cliente vuole nonostante tutto eseguire tale procedura è bene sapere che:
    • La prova va eseguita almeno 40 giorni prima della seduta di Tricopigmentazione
    • La prova ha un costo per il cliente
    • L'intenzione di svolgere la prova colore va comunicata preventivamente al centro di tricopigmentazione, con relativa prenotazione.


      Situazione post-trattamento

      Le domande più ricorrenti sul post-trattamento sono sempre relative ai periodi di recupero: "Potrò tornare a lavoro il giorno dopo?" oppure "quanto tempo rimarrà il rossore?", o "dopo, potrò guidare la macchina?". In realtà il trattamento o molto meno invasivo e doloroso di quello che si può pensare. Il 90 % dei lavori di Tricopigmentazione si svolgono in giornata, solo casi di alopecia universale necessitano una megasessione di due giorni. Appena effettuato il lavoro, la zona appare subito rossa, a causa dell'infiammazione del tessuto trattato. Tale rossore impiegherà al massimo 48 ore per regredire, ma nella maggior parte dei casi bastano 24 ore. Ovviamente per accelerare questa decongestione è opportuno applicare pomate lenitive specifiche, consigliate dall'operatore. Una volta svanito il rossore il lavoro apparirà molto nitido, meno coprente di quanto il ricevente si aspetta, ed il singolo "puntino" si presenterà, oltre che molto definito nei bordi, lievemente più scuro di quanto sarà in futuro. Questa prima situazione è temporanea. Si identifica in corrispondenza del primo periodo di cicatrizzazione della pelle. Prima che la pelle cicatrizzi completamente, ogni singolo"puntino" subirà uno schiarimento (a volte molto visibile) ed infine un ultimo leggerissimo scurimento. Finito questo periodo di guarigione, legato essenzialmente alla riparazione tissutale, può iniziare il secondo periodo di assestamento del pigmento nel derma.


      Differenze tra il periodo di assestamento e cicatrizzazione 

      Anche se la zona trattata, sembrerà totalmente guarita dopo circa una settimana, in realtà la riparazione dei tessuti è ancora in atto. Una completa riparazione del tessuto trattato con Tricopigmentazione può arrivare fino a un mese, concludendosi con la fase di riepitelizzazione e conseguente ingrigimento del colore utilizzato. 
      Finita la fase di cicatrizzazione, i micro-depositi di pigmento puntiformi, subiranno un assestamento allargando i propri bordi (il singolo rimbalzo si sfocherà perdendo di definizione), e quindi aumentando il loro diametro, con conseguente aumento della copertura totale della zona trattata. Questa seconda fase, detta assestamento, può durare fino a due mesi. Ecco il motivo per cui si preferisce andare a rinforzare dopo circa 40/60 giorni. Se questo periodo non viene rispettato (anticipando la data del rinforzo), si rischia di andare a sovra-scurire una zona che probabilmente scurirà autonomamente, generando una macchia di colore scuro poco naturale. Sostanzialmente, il risultato della prima seduta tatuatoria, va valutato dopo circa 2 mesi e non prima. Non bisogna badare alle trasformazioni iniziali che la totalità del lavoro subisce, la fretta di raggiungere subito il risultato finale, in questo ambito, potrebbe essere molto ma molto dannosa!


      Interazioni con protesi o prodotti cosmetici coprenti

      Per quanto riguarda i portatori di protesi, il consiglio è quello di prendere almeno 2 giorni di ferie dal lavoro. Così facendo si può valutare il lavoro senza il rossore iniziale e decidere se rasare il resto dei capelli (la corona temporo-nucale) ed uscire dal tunnel della protesi da subito, oppure aspettare che il lavoro maturi completamente rimandando la rasatura totale dopo circa 2 mesi. In questo ultimo caso è consigliato applicare la protesi meno possibile nei mesi necessari all'assestamento del lavoro, e limitare i collanti sulle zone trattate. Il tatuaggio ha bisogno di ossigeno per completare correttamente la guarigione. Inoltre bisogna prestare molta attenzione alla pulizia della protesi soprattutto nei primi 7/10 giorni. Comunque già dal terzo giorno è possibile riutilizzare la protesi, possibilmente limitando al massimo i tempi di copertura della cute rimuovendola ogni qual volta sia possibile. E' buona norma però, rasare la corona dopo la seconda seduta, quando si ha una maggior probabilità di aver raggiunto un risultato ottimale. Se si usa colorare la cute con sostanze cosmetiche, è opportuno sospendere per i primi 3 o 4 giorni, prima di riutilizzare tali prodotti. Limitare molto le applicazioni nei primi dieci giorni.


      Consiglio valido in tutti i casi: 

      Terminata la prima cicatrizzazione, si consiglia di utilizzare prodotti coloranti per la cute (Es.Toppik, Dermatch, ecc..) , nel caso in cui il risultato della tricopigmentazione della prima seduta non dovesse essere omogeneo. Ovviamente questa operazione dovrà essere fatta solo fino a quando essa non avrà raggiunto il risultato ideale con le sedute successive. Quando il tatuaggio si sarà assestato, il prodotto non avrà più ragione di essere applicato. Per concludere questo paragrafo è giusto evidenziare che:
      • L'effettuazione del tatuaggio estetico su una cute sana e ricca di capelli, non ha nessun effetto negativo sulla normale crescita del capello stesso, in altre parole il tatuaggio (se correttamente effettuato), non danneggia i capelli esistenti
      • Tatuare una zona diventata glabra non interferisce minimamente e non pregiudica la possibilità di un futuro intervento di autotrapianto
      • Non interferisce con trattamenti farmacologici locali, tipo MINOXIDIL. Nonostante ciò è bene sospendere le applicazioni topiche nei giorni appena successivi al trattamento


        Preparazione alla Tricopigmentazione 

        Nei rinfoltimenti del cuoio capelluto è consigliato sottoporsi possibilmente rasati a zero (rasoio), o con lunghezza di max. 2 millimetri (rasato con macchinetta elettrica). Questo aiuterà l'operatore nell'esecuzione del lavoro e renderà il risultato finale molto più realistico. Inoltre se si utilizzano cosmetici per la colorazione della cute, presentarsi truccati alla perfezione. Questo darà delle precise indicazioni all'operatore riguardanti l'attaccatura (hairline) e la tonalità di colore che si è abituati ad "indossare". 
        Nelle coperture delle cicatrici, il consiglio è quello di presentarsi a cicatrizzazione totalmente conclusa e nei casi in cui questa sia avvenuta con successo. Quindi è necessario che la cicatrice non sia ancora vascolarizzata, si presenti relativamente piatta ed abbia raggiunto un colore perlaceo. Rimane necessario consultarsi con il proprio chirurgo, per stabilire i tempi minimi post-autotrapianto, dopo i quali poter procedere con la copertura. Anche in questo caso è bene presentarsi con i capelli già rasati, anche se bisogna prepararsi al periodo post prima seduta, in cui la cicatrice purtroppo rimarrà ancora abbastanza visibile. Nella seconda seduta la cicatrice potrebbe cominciare ad avere una buona copertura. A volte è possibile dover eseguire anche una terza seduta. (il numero delle sedute in questo caso è molto legato alla qualità del derma cicatriziale). Solo i portatori di protesi potrebbero presentarsi alla prima seduta ancora con la corona non rasata. Ma anche questa scelta è facoltativa. In tutti gli altri casi è opportuno presentarsi con la lunghezza dei capelli che si intende mantenere dopo il trattamento, o che si è abituati a portare tutti i giorni. Per tutti i trattamenti è consigliato portare a seguito, un copricapo appena lavato. Tipo berretto in cotone con visiera o bandana. Si consiglia di non assumere, per almeno una settimana prima del trattamento, delle sostanze fluidificanti del sangue, o farmaci anticoagulanti. A questo proposito consultarsi con il proprio medico. Evitare di sottoporsi al sole nei giorni precedenti al tatuaggio (almeno una settimana), al fine di evitare eritemi che renderebbero impossibile l'effettuazione del lavoro, nonché l'attecchimento del pigmento nel derma.
        INFO AL 0824-040331
        OPPURE SCRIVI AL IE-  factorystyle@hotmail.com
        consulunte d'immagine franco milena

      mercoledì 27 agosto 2014

      FACTORY STYLE MONTESARCHIO


      FACTORY STYLE:

       INTERVISTA LA DOTTORESSA TINA BATTIPAGLIA

      I



      atFUE: l'evoluzione dell'autotrapianto monobulbare

      Dopo aver esaminato l'evoluzione dell'autotrapianto, possiamo con certezza affermare che atFUE è da ritenersi la miglior tecnica di autotrapianto monobulbare esistente, offre tutti i vantaggi della FUE, FUE2, FN, SLC o Direct Hair di qualsiasi metodica senza gli svantaggi della tecnica manuale.
      A rendere decisamente superiore atFUE rispetto alla tecnica FUE è l'utilizzo di un Micro Implanter automatizzato NG che, con la sua punta sottilissima in star-up è 0,5 mm, ha reso il gesto chirurgico molto più preciso ed efficace in tutte le fasi del trapianto. Vediamole singolarmente.
      Nella fase dell’estrazione dei capelli (la più delicata dell'intera sessione chirurgica di autotrapianto), il Micro Implanter Robotizzato utilizza o la pressione pneumatica o micro rototore automatizzato per estrarre i follicoli "senza contatto" permettendo di aspirare o conservare i capelli dalla zona donatrice per singole unità follicolari (sistema monobulbare senza bisturi) senza dolore e senza cicatrici. Questo elimina la necessità di trattare gli innesti con pinze che possono danneggiarli. Un approccio estremamente mini invasivo che salvaguarda al massimo la zona donatrice permettendole di guarire nel giro di pochi giorni. Da un punto di vista di sopravvivenza dei follicoli, l’estrazione automatizzata riduce notevolmente la possibilità di danneggiamento delle singole unità follicolari.
      Nella fase intermedia tra l’estrazione e l’impianto, i capelli espiantati vengono conservati all'interno di un microfrigro e “rivitalizzati” grazie ad una soluzione rigenerante ai liposomi. Le unità follicolari così trattate reagiscono al meglio allo stress dell’espianto e hanno maggiori probabilità di attecchire una volta impiantate.
      Nella fase del trapianto le singole unità follicolari vengono posizionate manualmente alla giusta profondità e con un’inclinazione assolutamente naturale, dando un risultato estetico senza eguali. Inoltre, la punta sottilissima dell'implanter permette di innestare le singole unità follicolari ad una distanza molto ravvicinata, consentendo al chirurgo di creare, dove serve, delle zone di maggiore densità.
      CONTATTACI SU FB:ANTHONY  CRISCUOLO:STUDIO BATTIPAGLIA

      domenica 9 febbraio 2014

      aspettare la cura o intervenire con il trapianto dei capelli?

      FACTORY STYLE BENEVENTO








      Staminali Niente piu calvizie ma dovrete aspettare un po



      Milioni di uomini e donne lottano con la perdita dei capelli e non c’è cura. Ma questo potrebbe cambiare grazie ad una scoperta di scienziati di New York. Questa ricerca è solo allo stadio iniziale, ma ciò che la rende interessante è che questa nuova tecnica utilizza le cellule staminali dei propri capelli per farli crescere di nuovo.
      Non c’è un modo semplice per far crescere i capelli dentro un laboratorio”, ha detto la Dott. Angela Christiano, della Columbia University Medical Center. Ma questi ricercatori dicono di esserci riusciti e che a differenza di un trapianto di capelli tipico, che trasferisce i capelli dalla parte posteriore della testa verso la parte anteriore, questa tecnica moltiplica i capelli così si finisce con più di quelli che si aveva in partenza.
      Questo potrebbe potenzialmente servire a far ricrescere i peli nella pelle che non ne produce più, per esempio in casi di ustioni e/o dopo gravi ferite profonde“, ha detto la Dott. Christiano.
      Ecco come funziona: prima devono ricavare il “fondo” di ogni capello. Sono alla ricerca di cellule staminali minuscoli che sono programmati per creare i nuovi capelli. Tali cellule si moltiplicano nel laboratorio ma per qualche motivo si dimenticano da dove sono venuti, e cioè che devono creare capelli. Ed è qui che la maggior parte di queste ricerche si è bloccata.
      Ma la dottoressa Angela Christiano e il suo team hanno scoperto che se raggruppano insieme queste cellule in una forma sferica allora loro si ricordano il loro scopo.
      Improvvisamente sono circondati da tutti i lati da cellule simili e questo tipo di contato cellula a cellula e la loro comunicazione probabilmente le aiuta a dare il via alle loro proprietà istruttive della cellula“, ci svela la Dott. Christiano.
      Queste sfere hanno fatto crescere con successo dei capelli umani su pelle umana, ma ha funzionato solo il 70% delle volte e la pelle era stata innestata su topi.
      L’obiettivo finale è quello di far crescere i capelli direttamente sulla testa umana ma Christiano ammette che è troppo presto per dire quando. “Abbiamo bisogno di capire meglio il colore, la forma, la consistenza, e, soprattutto, continuerà il ciclo della ricrescita?
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      Oggigiorno uomini e donne soffrono di un disturbo sempre più diffuso: la caduta dei capelli. In alcuni può portare depressione, in altri un isolamento iniziale per il disagio. Diverse possono essere le cause di questo fenomeno. Al primo posto abbiamo la genetica: avere infatti genitori, nonni o altri parenti affetti da calvizie (detta anche alopecia) può influire molto sulla possibilità di esserne affetti in età adolescenziale o in età adulta. Molti adolescenti, soffrono ormai sempre più di alopecia ondrogenetica (di tipo genetico). La calvizie, però, può essere provocata anche da un forte stress psico-fisico dovuto a lunghi periodi di studio o di lavoro o a lunghe diete povere di proteine e vitamine. Ma come si può prevenire o curare questo disturbo? Prima di tutto, ognuno di noi può sapere se è affetto o meno (o se lo sarà in futuro) da alopecia attraverso un esame dermatologico ed uno studio specifico del proprio DNA. Nel caso un individuo risultasse positivo a tale test, non deve demoralizzarsi, ma può cominciare ad intervenire già da subito per prevenire questo disturbo con appositi farmaci prescritti dal proprio medico specialistico. Ricordiamo che anche una buona alimentazione sana ed equilibrata ed un'attività fisica regolare contribuiscono a mantenere la nostra pelle in buona salute, depurandola da sostanze tossiche. Da sfatare è il mito che, lavando tante volte a settimana i capelli, si aumenti il numero di capelli caduti. La caduta, infatti, è un fenomeno naturale che fa parte del ciclo di vita del capello. Gli esperti spiegano che per ogni lavaggio, il numero naturale di capelli caduti va da dieci a quindici circa. Ricordiamo inoltre che la caduta dei capelli non è più diffusa solo negli individui di sesso maschile. Sia maschi che femmine, infatti, possono soffrire in ugual numero di questo fenomeno. E voi? Avete sofferto o state curando questo fastidioso disturbo?
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      MANGIARE SANO CI RENDE PIU' BELLI................

      FACTORY STYLE

      Che la carne rossa non fosse proprio salutare, si sapeva, ora arriva la conferma. il suo consumo è associato a un aumento del rischio di malattie cardiovascolari e di tumore. Lo dice un nuovo studio della Harvard School and public health (se volete leggerlo nei dettagli, è su Archives of internal medicine , il numero del 12 marzo).
      L’indagine è alquanto vasta: i ricercatori, guidati da Frank Hu, professore di nutrizione ed epidemiologia, hanno seguito (si tratta di uno studio osservazionale) 37.698 uomini per 22 anni, e 83.644 donne per 28 anni. All’inizio dell’analisi, tutti erano sani, senza patologie tumorali o cardiovascolari. Ogni quattro anni, tramite questionari, ai partecipanti veniva chiesto di indicare la loro dieta o il tipo di alimentazione.
      Nel corso di tutti questi anni, nel gruppo si sono verificate 23.926 morti: quasi 6 mila per malattie di cuore e circa 10 mila per cancro; e il consumo regolare di carne rossa era associato a una più elevata mortalità per entrambe le cause. Peggio la carne cotta: una porzione quotidiana, per esempio un hot dog o due fette di bacon, è stata correlata a un aumento del rischio di mortalità di circa il 20 per cento (del 13 per cento nel caso della carne non cotta).
      Il motivo? La carne rossa, spiegano i ricercatori, contiene ingredienti noti per favorire il pericolo di malattie croniche (come cancro e patologie cardiache): ferro, grassi saturi, nitriti e sostanze cancerogene che si formano durante la cottura. C’è però anche una buona notizia: sostituire le protiene della carne con altri fonti di proteine più sane, riduce sensibilmente il rischio. Quindi via libera a pesce, pollame, legumi, noci, cereali.
      Anzi, di buona notizia ce n’è anche un’altra: ricercatori del Fraunhofer Institute for processing engineering and packaging stanno studiano il modo di realizzare costolette vegetali con lo stesso sapore e la stessa consistenza di quelle vere (senza effetti negativi sulla salute, quindi, e senza macellare animali). Anche se finora i tentativi di creare una bistecca vegetale mangiabile sono stati fallimentari, loro garantiscono che ci sono vicini. Ci stanno provando con coltivazioni di piselli, lupini e grano, e con processi di produzione e lavorazione innovativi. Speriamo ci riescano. Al momento, gli hamburger di soia sono una tristezza. .
      IN COLLABORAZIONE
      CON STUDIO BATTIPAGLIA.
      ISTITUTO SURGERY SMERAGLIA

      BELEZZA E SALUTE................

      cibi_anti_tumore

      Come affermato anche nei giorni scorsi da Umberto Veronesi, uno dei modi migliori in assoluto, per prevenire il cancro è quello di avere una dieta sana ed equilibrata. Sembrerebbe, infatti, che un terzo delle persone ammalate di tumore abbiano contratto la malattia per non aver osservato un regime alimentare completamente salutare. La Cancer Cure Foundation, una delle più note organizzazione per la lotta contro il cancro al mondo, ha deciso di stilare una lista di alimenti che  aiutano la prevenzione. I cibi elencati sono 27 e spaziano dai più diversi prodotti, come a significare che per tenere lontano questo male uno dei segreti sia variare il più possibile quello che si mette sotto i denti.
      Broccoli, cavoli e cavolfiori
      Hanno una componente chimica chiamata indolo-3-carbinolo in grado di combattere il cancro al seno. I broccoli, inoltre, hanno anche il sulforano fitocomico, un perfetto alleato per laprevenzione del cancro al colon o al retto. Capitolo a parte merito la glucorafanina. Questa sostanza aiuta ad inibire la crescita di tumori. Il Dipartimento di Agricolutra Americano ha, addirittura, studiato 71 tipi di piante di broccoli e ha dedotto che più sia amaro il suo sapore e più glucorafanina sia presente nell’alimento.
      Aiutano a prevenire una vasta gamma di tumori, tra cui: polmoni, bocca, gola, stomaco, intestino, vescica, prostata e mammella. C’è da dire, però, come alcune ricerche abbiano indicato proprio nel beta-carotone (sostanza presente nella carota) una causa del cancro, ma queste non hanno dimostrato per nulla la relazione tra la sostanza e il fatto di mangiare carote. Per trovare un nesso si dovrebbe arrivare ad ingerire una quantità pari di 2/3 chili di carote al giorno e sembrerebbe decisamente impossibile. L’istituto Danese di Scienze Agrarie (DIAS) ha trovato un ulteriore sostanza presente capace di prevenirlo: il falcarinolo. Questa ricerca ha studiato le cellule tumorali isolate a contatto con essa. Il risultato è quello di constatare come la loro crescita avvenga, in questa maniera, molto più lentamente. In termini culinari, però, dovete sempre evitare di cuocere le carote, se volete che sia presente questa reazione.
      Funghi
      Sembrerebbero aiutare l’organismo a combattere il cancro e a costruire un sistema immunitario. Contengono, infatti, un polissacrido chiamato lentinano che riesce ad attaccare le cellule cancerose impedendogli di moltiplicarsi.
      Contengono proteine, vitamina B12, fibre, clorofilla, nonché importanti acidi grassi che possono aiutare nella lotta al cancro al seno. Hanno, inoltre, un’alta concentrazione di minerali come potassio, calcio, magnesio, ferro e iodio.
      Patate dolci
      Contengono proprietà  antitumorali che proteggono il DNA da sostanze chimiche cancerogene al di fuori della membrana nucleare.
      Sono ricchi di glutatione, un potente antiossidante che attacca i radicali liberi nel corpo bloccando l’assorbimento intestinali dei grassi. Sono, inoltre, più carichi di potassio delle banane e hanno anche un’alta percentuale di beta-carotene. Diversi scienziati ritengono che questo frutto possa essere utile nel trattamento di epatite virale (una causa del cancro al fegato).
      Peperoncini Jalapeños
      Questo peperoncino, originario del Messico, ma diffuso anche in Europa, contiene una sostanza chimica – la capsaicina – in grado di neutralizzare alcune sostanze che causano il cancro.
      Fichi
      Uno studio dei ricercatori dell’Istituto di Fisica e Chimica dell’Università di Tokyo ha eletto questo frutto come uno dei più efficaci nel ridurre il rischio di tumori. Negli Stati Uniti d’America, invece, il Dipartimento dell’Agricoltura ha dichiarato che contenendo vitamine A e C, calcio, magnesio e potassio, possa far ridurre l’appetito e migliorare gli sforzi per perdere peso.
      Pompelmi
      Come un po’  tutti gli agrumi, contengono monoterpeni: sostanza che aiuta a prevenire il cancro spazzando agenti cancerogeni fuori dal corpo. Alcuni studi hanno dimostrato che il pompelmo può inibire a proliferazione delle cellule del cancro al seno. Contiene, inoltre, vitamina C, beta-carotene e acido folico.
      Uve
      Sono forti fonti di resveratrolo un fenolo che inibisce gli enzimi a stimolare la crescita delle cellule tumorali. Contengono anche l’acido ellagico, un composto che blocca gli enzimi necessari per le cellule tumorali, rallentandole.
      Arance e Limoni
      Contengono il limonene, stimolante che abbatte le sostanze che causano il cancro.
      Papaia
      Ricca di vitamina C. Questo frutto tropicale contiene anche la folacina, sostanza che ha dimostrato di ridurre al minimo la displasia cervicale e alcuni tumori.
      Lamponi
      Contengono molte vitamine, composti vegetali e antiossidanti conosciuti come gli antociani che possono eludere la formazione del cancro. Secondo una recente ricerca, riportata dal Cancer Research, si è affermato che i lamponi neri possono contrastare il cancro al colon e all’esofago.
      Pomodori
      Contenendo il licopene, un antiossidante che attacca le molecole di ossigeno o radicali liberi, è un ortaggio ottimo per la prevenzione del cancro. Sembrerebbe, inoltre, che più viene coltivato in un clima caldo e più  la percentuale del licopene presente aumenti. Ricchi anche di vitamina C.
      Lino
      Contiene lignano, sostanza antiossidante capace di bloccare e reprimere i cambiamenti cancerosi dell’organismo. Ricco anche di Omega 3 e acidi grassi che aiutano a prevenire il cancro al colon e malattie cardiache
      Noci
      Sopprimono la crescita dei tumori per merito dell’alta presenta di quercetina. Una sua qualità, chiamata volgarmente Noce del Brasile, contenendo selenio, è ottima per la prevenzione del cancro alla prostata.
      Aumenta l’attività  delle cellule immunitarie e contribuisce a rompere le sostanze che potrebbero causare il cancro. Uno studio fatto dall’Università della North Carolina, ha riportato che persone consumatrici abituali di aglio hanno una percentuale nettamente inferiore riguardante il rischio di cancro allo stomaco. Si ritiene, infatti, che abbia effetti antibatterici nei confronti di un batterio chiamato Helicobacter Pylori: un parassita dello stomaco, causa principale del cancro nell’organo.
      Rosmarino
      Contribuisce ad aumentare l’attività degli enzimi di disintossicazione. Un estratto di rosmarino, chiamato carnosol, inibisce lo sviluppo di tumori alla mammella e alla pelle.
      Tapioca
      Questo amido, derivato dal tubero, è una pianta che se assunta da tenera età può  aiutare la non formazione di melanomi. Il suo utilizzo alimentare è prevalentemente sotto forma di farina.
      Fa parte della famiglia dello zenzero, e come per esso, si crede abbia proprietà medicinali, inibendo la produzione dell’infiammazione correlata all’enzima ciclo – ossigenasi 2 (COX-2), i cui livelli sono normalmente elevati in alcuni malattie infiammatorie e tumori.
      Vino Rosso
      Contenendo polifenoli aiuta a proteggere all’infezione di diversi tipi di cancro. I polifenoli sono potenti antiossidanti che aiutano a neutralizzare patogeni radicali liberi. Essendo, però, per molti l’alcool un agente cancerogeno, molti studi consigliano l’utilizzo di vini non alcolici.
      I Prodotti della Soia
      Il latte di soia o il tofu contengono diversi tipi di fitoestrogeni. Gli estrogeni, in generale, prevengono la malattia sia al seno sia alla prostata, bloccando e sopprimendo i cambiamenti cancerosi.
      Tè  Verde e Tè Nero
      Contiene antiossidanti, alcuni noti come polifenoli (catechine), che sembrano impedire alle cellule tumorali di dividersi. Il tè verde è il migliore. Secondo un rapporto nel numero di luglio 2001 del Journal of Cellular Biochemistry, i polifenoli che sono abbondanti nel tè verde, possono proteggere contro diversi tipi di cancro: allo stomaco, al polmone, al colon, al retto, al fegato e al pancreas.
      factory style-benevento
      in collaborazione con studio battipaglia.

      domenica 26 gennaio 2014

      REGOLE DI UNA VITA SANA.....FACTORY STYLE BY SMERAGLIA


      FACTORY STYLE.............

       Un piccolo decalogo dell’oncologo David Agus nel libro “A Short Guide to a Long Life“. In realtà le regole sono 65, ma il Sole 24 Ore ne sceglie dieci, che qui riportiamo.
      1. Girare nudi per casa: fa bene alla testa e al corpo.
      2. Dormire almeno otto ore. Chi dorme di meno campa poco e male.
      3. Scarpe comode, per uomini e, soprattutto, per donne.
      4. Sorridere: produce endorfine, cioè la droga buona che il corpo regala a se stesso.
      5. Stare con la schiena dritta: non è una questione di educazione, è che, stando curvi, viene l’artrosi, la stitichezza, il malumore e un sacco di altra roba cattiva.
      6. Fate colazione al mattino come non la fanno gli italiani, cioè fate colazione abbondante con frutta, caffè e carboidrati.
      7. A sera bevete un bicchiere di vino rosso. Consiglio dato soprattutto agli anglosassoni, che invece nel week end si gonfiano di alcol. I mediterranei questo consiglio lo conoscevano già e lo praticano da secoli.
      8. Metti sul tuo smartphone o pc tutti i dati che possono salvarti la vita, insomma la tua cartella clinica. Facendo un grande sgarbo alla scaramanzia…
      9. Niente pillole di vitamine e integratori vitaminici. L’unica pillola ammessa è l’aspirina. 
      10. Prendetevi cura di un cane. E perché di un gatto no?

      FACTORY STYLE

      DOTTORESSA T.BATTIPAGLIA E FACTORY STYLE .BENEVENTO

      Sono ormai più di vent’ anni che rispondo alla domanda di aiuto proveniente da centinaia di uomini e donne che si sono rivolti a me e alla mia equipe per cercare (e trovare) una soluzione definitiva al proprio dramma personale.
      Si perché la perdita progressiva ed irreversibile dei propri capelli può essere vissuta come un autentico dramma, soprattutto se il problema interviene quando si è ancora molto giovani (tra i 25 ed i 30 anni). Non tutti sanno che la calvizie non è più un problema irreversibile.
      Al contrario, oggi disponiamo di tecniche innovative ed estremamente efficaci per combatterla e batterla alla radice. Ho dedicato allo studio dei problemi tricologici complessi tutta la mia vita e sono felice di averlo fatto.
      Ancora oggi ricevo attestati di stima e di ringraziamento da ragazzi e ragazze (oggi diventati uomini e donne) che anni addietro si sono rivolti al nostro centro per risolvere i loro problemi di calvizie.
      Ancora oggi mi sento gratificata nell’aver contribuito al loro benessere non solo fisico ma soprattutto psicologico. Ritrovare i propri capelli è come vivere un’esperienza di liberazione, è come uscire da un incubo nel quale ci si sente ingiustamente imprigionati. La mia più grande aspirazione è di continuare il mio lavoro con impegno e dedizione.

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