Scoperte in Italia le cause della trasformazione del tessuto adiposo sottocutaneo nella cosiddetta “cellulite”. Lo studio, condotto da una equipe di ricerca guidata dal Prof. Pasquale Motolese docente presso l’Università di Ferrara e pubblicato sull’European Journal of Aesthetic Medicine and Dermatology, ha messo in evidenza la presenza di ferro nel tessuto adiposo superficiale.
Il ferro, uno ione metallico utilissimo e necessario per la vita, svolge la funzione di legare e trasportare l’ossigeno dai polmoni ai tessuti periferici ed è generalmente contenuto nell’emoglobina.
Il ciclico rallentamento del flusso venoso, particolarmente a livello degli arti inferiori dei soggetti di sesso femminile, legato alla increzione di progesterone nella seconda fase del ciclo ovulatorio, determina un aumento della permeabilità delle pareti venose con passaggio di trasudato liquido nel tessuto adiposo, fenomeno comune ed indicato con il termine popolare di “ritenzione idrica”.
L’aumento di permeabilità del microcircolo superficiale posta anche ad un passaggio di ioni di ferro presenti nel plasma i quali si dislocano nelle aree periva scolari del tessuto adiposo.
Il ferro, di fondamentale utilità nel sangue, una volta dislocato nei tessuto diventa fortemente tossico determinando una perossidazione dei lipidi delle membrane cellulari ma anche di alcuni organuli intracellulari quali lisosomi e mitocondri portando ad una sofferenza tissutale.
I processi riparativi e di difesa messi in atto dal tessuto adiposo porterebbero alla tipica trasformazione fibrotica ed a una disorganizzazione morfo-architettonica del tessuto adiposo superficiale determinando nel tempo la comparsa delle note stigmate tipiche della cosiddetta cellulite ed un alterazione del profilo corporeo tanto temuto dalle donne.
Lo studio, effettuato attraverso esami istologici e particolari colorazioni del preparato per la microscopia, è stato ispirato da una analogia fisiopatologica, intuita dal prof. Motolese, con alcuni momenti fisiopatologici tipici delle malattie degenerative del sistema nervoso centrale quali sindrome di Alzheimer e Sclerosi Multipla nelle quali è ampiamente descritta nella letteratura scientifica uno stravaso di ferro nel tessuto nervoso di ioni ferrici per aumentata permeabilità vascolare con deterioramento anatomo-funzionale del tessuto neuronale.
Il risultati dello studio condotto dallo scienziato italiano, presentato a Novembre al Congresso Internazionale dell’International Society of Dermatologic Surgery a Heidelberg in Germania e più recentemente al Congresso di Medicina e Chirurgia Estetica di Bologna ha suscitato particolare scalpore tra gli addetti ai lavori, aprendo la strada verso nuove possibilità terapeutiche anche se di difficilissima attuazione come dichiarato dallo stesso Motolese anche e soprattutto per la ciclica ripresentazione della stasi e della iperpermeabilità vascolare legata al ciclo sessuale femminile dalla pubertà alla menopausa.
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