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domenica 17 novembre 2013

cellulite............

la nuova scoperta


Scoperte in Italia le cause della trasformazione del tessuto adiposo sottocutaneo nella cosiddetta “cellulite”. Lo studio, condotto da una equipe di ricerca guidata dal Prof. Pasquale Motolese docente presso l’Università di Ferrara e pubblicato sull’European Journal of Aesthetic Medicine and Dermatology, ha messo in evidenza la presenza di ferro nel tessuto adiposo superficiale.
Il ferro, uno ione metallico utilissimo e necessario per la vita, svolge la funzione di legare e trasportare l’ossigeno dai polmoni ai tessuti periferici ed è generalmente contenuto nell’emoglobina.
Il ciclico rallentamento del flusso venoso, particolarmente a livello degli arti inferiori dei soggetti di sesso femminile, legato alla increzione di progesterone nella seconda fase del ciclo ovulatorio, determina un aumento della permeabilità delle pareti venose con passaggio di trasudato liquido nel tessuto adiposo, fenomeno comune ed indicato con il termine popolare di “ritenzione idrica”.
L’aumento di permeabilità del microcircolo superficiale posta anche ad un passaggio di ioni di ferro presenti nel plasma i quali si dislocano nelle aree periva scolari del tessuto adiposo.
Il ferro, di fondamentale utilità nel sangue, una volta dislocato nei tessuto diventa fortemente tossico determinando una perossidazione dei lipidi delle membrane cellulari ma anche di alcuni organuli intracellulari quali lisosomi e mitocondri portando ad una sofferenza tissutale.
I processi riparativi e di difesa messi in atto dal tessuto adiposo porterebbero alla tipica trasformazione fibrotica ed a una disorganizzazione morfo-architettonica del tessuto adiposo superficiale determinando nel tempo la comparsa delle note stigmate tipiche della cosiddetta cellulite ed un alterazione del profilo corporeo tanto temuto dalle donne.
Lo studio, effettuato attraverso esami istologici e particolari colorazioni del preparato per la microscopia, è stato ispirato da una analogia fisiopatologica, intuita dal prof. Motolese, con alcuni momenti fisiopatologici tipici delle malattie degenerative del sistema nervoso centrale quali sindrome di Alzheimer e Sclerosi Multipla nelle quali è ampiamente descritta nella letteratura scientifica uno stravaso di ferro nel tessuto nervoso di ioni ferrici per aumentata permeabilità vascolare con deterioramento anatomo-funzionale del tessuto neuronale.
Il risultati dello studio condotto dallo scienziato italiano, presentato a Novembre al Congresso Internazionale dell’International Society of Dermatologic Surgery a Heidelberg in Germania e più recentemente al Congresso di Medicina e Chirurgia Estetica di Bologna ha suscitato particolare scalpore tra gli addetti ai lavori, aprendo la strada verso nuove possibilità terapeutiche anche se di difficilissima attuazione come dichiarato dallo stesso Motolese anche e soprattutto per la ciclica ripresentazione della stasi e della iperpermeabilità vascolare legata al ciclo sessuale femminile dalla pubertà alla menopausa.
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sabato 9 novembre 2013

FALLOPLASTICA UNO DEI TRATTAMENTI PIU' GETTONATI DEGLI ULTIMI ANNI...............


Allungamento e ingrossamento del pene...................


Che si tratti di esigenze di natura funzionale o di una più psicologica “sindrome da spogliatoio”, quel che è certo è che l’interesse maschile per il mondo dellafalloplastica non solo non sembra essersi affievolito nel corso degli ultimi anni, ma risulta addirittura essere aumentato in maniera considerevole.
Ma in che modo è possibile migliorare l’aspetto e le dimensioni del proprio penericorrendo agli abili ferri del chirurgo plastico?
Fondamentalmente, la tecnica più utilizzata a livello internazionale è sicuramente quella dell’innesto dimatrice di derma collagene liofilizzato, coltivato artificialmente in laboratorio. Essendo tale sostanza simile per il 99 per cento al tessuto cavernoso del pene, risulta essere sostanzialmente azzerato il rischio di rigetto.
L’operazione prevede l’innesto di un foglietto di derma sopra il fascio cavernoso, finalizzato a ingrandire del 25 – 30% la circonferenza del pene. Il foglietto di derma verrà appoggiato sopra il fascio e fissato con micropunti di sutura autoassorbenti.
Chi invece desidera provvedere a un’operazione di allungamento del pene, è bene che si renda conto che i risultati non potranno in nessun caso essere superiori a una crescita di 2-5 cm. In questa ipotesi, l’operazione è compiuta incidendo il legamento sospensore pubo-penieno, mediante il quale si ottiene una estensione in avanti del membro e un conseguente allungamento.
L’intervento viene oggi effettuato con un laser di ultima generazione in grado di ridurre al minimo il dolore e le perdite di sangue. Tra i principali effetti collaterali di tale ultimo intervento vi è senza dubbio la c.d. “retrazione cicatriziale” del legamento stesso, ovvero la cicatrizzazione spontanea del legamento nei giorni successivi all’intervento: una “disdetta”, visto e considerato che con il risaldamento si vanificano gli sforzi chirurgici.
Si noti altresì che spesso le due procedure (ingrossamento e allungamento) vengono effettuate contemporaneamente: tuttavia, gli esperti consigliano i pazienti interessati di procedere separamente ai due interventi, al fine di massimizzare i buoni risultati
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LASERLIPOLISI-

Cosa è la laserlipolisi.......................???



LO SPIEGA LA DOTTORESSA CONCETTA BATTIPAGLIA.


La laserlipolisi è una tecnica che viene utilizzata per poter aspirare il grasso superficiale, contribuendo in tal modo a migliorare l’aspetto e la linea del proprio corpo. Mediante la laserlipolisi è infatti possibile integrare i benefici della classicalipoaspirazione per il grasso più profondo, e la laserlipo (cioè l’utilizzo del laser) per quanto attiene il grasso superficiale.
In altri termini, attraverso l’adozione sinergica di queste tecniche viene annullata la complicazione legata all’utilizzo del laser (ustioni e disturbi alla cute), fruendo solamente dei benefici collegati ad esso (la retrazione).
La laserlipolisi è inoltre un trattamento che può essere utilizzato da qualsiasi paziente – purchè in buone condizioni di salute – e può essere praticato in ampie aree del corpo (dal collo alle braccia, dall’addome al dorso, dal torace alle gambe). Ad oggi questa tecnica è ampiamente sperimentata anche in Italia, con ottimi risultati che verranno presentati nel corso del Congresso nazionale di chirurgia plastica, in programma tra pochi giorni a Bari.
Oltre a quanto già espresso, ulteriore vantaggio della laserlipolisi per il paziente consiste nell’utilizzo di un’anestesia locale che riduce i tempi di recupero post operatorio, agevolando il ritorno all’attività lavorativa, che potrà essere ripresa già dopo appena due giorni.
Infine, stando alle ammissioni dei medici che stanno adoperando questo sistema, i pazienti che ricorrono alla laserlipolisi sono soprattutto utenti che richiedono trattamenti poco invasivi, che permettano la ripresa della consueta attività sociale in tempi brevi. In altre parole, sarebbe definitivamente (o temporaneamente) terminata l’epoca delle grosse aspirazioni che obbligavano ad utilizzare guaine complessive per un mese dopo l’intervento, così come sembrerebbe essere perlomeno sospesa l’epoca dei grandi lifting del viso. A prevalere sono oggi le punture di botulino, l’acido ialuronico, i rivitalizzati e i PRP, oltre ai laser frazionati, il trattamento epilatorio definitivo, il vascolare e il Q-switch per rimuovere macchie e tatuaggi.
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